Paolo Mattei ci racconta la sua “Backyard Ultramarathon” 120km una soddisfazione unica

Circa due mesi fa ho ricevuto da un amico, Demetrio Galante che ne è uno dei promotori per il Nord Italia, l’invito a partecipare ad  una gara chiamata BACKYARD L’IMMORTALE a Monselice, incuriosito gli ho chiesto di che cosa si trattava e la risposta era stata quasi stravolgente, correre o camminare per 6.7 km ogni ora per più e più ore possibile……..!

Ho pensato subito che questa fosse cosa da pazzi, significava stare uno o più giorni in ballo, riuscendo a gestire questa corta distanza facilmente ma poi facendo i conti ora su ora i chilometri si sommano e poi?

Insomma, gestire tutto questo sembrava cosa facile da un lato ma molto complessa sotto il profilo della gestione nel tempo!

Perché no?

I miei soliti acciacchi che non mi mollano più mi impediscono di partecipare ad una Passatore ma qui io posso fare anche un solo giro o forse due, magari tre, quattro o più e fermarmi a piacimento e festeggiare qualunque sia il risultato, stappando una birretta.

Quindi ho deciso di buttarmi in questa nuova e inesplorata strana “cosa”, senza obiettivi e con la mente libera sapendo che non dovevo correre con il cronometro che ti detta i secondi e poi assieme ad altri amici, Andrea e Federica, con i quali avrei trovato anche più stimolo per partire e superare le difficoltà.

L’alimentazione, vitale in queste performance è sempre stata ben gestita, liquidi e solidi al momento giusto e ben dosati fin dall’inizio e sono state gradite anche la pizza, la pasta e il brodino forniti ai ristori, il caffe non mancava mai!

Sono sempre andato avanti facendo corsetta lenta o camminata, come i più tanti, arrivando al traguardo sempre almeno dieci minuti prima dello scadere dell’ora, tutto facile ma questa è una prestazione personale che richiede testa e più passavano le ore e meno questi minuti bastavano, la stanchezza avanzava e, nonostante i ripetuti sostegni dei compagni che mi volevano portare a proseguire tutti assieme, le sensazioni mi hanno convinto a fermarmi al chilometro 120.7, quindi 18 giri di tracciato.

Obiettivo raggiunto pienamente, mi sono divertito ed ho tenuto il mio ritmo fino a quanto era possibile.

E’ stata un’esperienza unica, che io consiglio a tutti i runner di provare a vivere, che porta a crescere e migliorare e conoscere i propri limiti e  riuscire a correre con la testa e il cuore, solo un giro dopo l’altro e non voler guardare oltre per non fermarsi ma continuare ad andare avanti!

Paolo Mattei     29/10/2022