LA 3^ PUNTATA DI CONOSCIAMOCI RIVELA I SEGRETI DI DIEGO VIESI

      Siamo alla terza puntata della  rubrica “CONOSCIAMOCI” che rivelerà i piccoli segreti, sportivi e non, del 23enne Diego Viesi. Altro atleta di lunga militanza nel CRUS che quest’anno è stato uno dei  protagonisti del mezzofondo trentino migliorando tutti i suoi primati: 800m 1500m, 3000m 5000 e 3000s dove ha colto il primato sociale.
           1.       Quanti anni hai e da quanti fai atletica?     Ho 23 anni e ho iniziato a praticare atletica all’età di 6 anni. In pratica ho gareggiato in tutte le categorie, dai cuccioli ad ora che sono senior..  mi manca solo la categoria degli animatori !!. I miei primi allenatori, che mi hanno introdotto in questo sport, sono stati mia sorella Silvia e Bruno D’ Inca.
   2.       In questo momento stai completando l’università, nella tua vita da atleta hai avuto qualche difficoltà a conciliare studio e sport?  Questa è la domanda che mi fanno in molti: si può conciliare studio e sport  e far bene entrambe le cose? Io direi proprio di si, anzi, se finite le lezioni non potessi farmi una bella corsetta per sfogarmi penso che diventerei  in breve tempo piuttosto nervoso e la resa nello studio calerebbe notevolmente. Certamente non si può pretendere che uno studente universitario si alleni due volte al giorno come un professionista.. ma un oretta al giorno la riesco sempre a trovare.. basta sapersi organizzare e ottimizzare il tempo nel modo migliore.
3.       In questo momento quanto allenamenti  fai?    Una volta al giorno, tutti i giorni
4.       Fra un paio d’anni ti aspetta il mondo del lavoro. Pensi sia difficile organizzarti per proseguire il tuo percorso?   E’ si, in effetti questo è il mio ultimo anno di università. Sul mio impegno sportivo post-università penso molto dipenderà da che tipo di lavoro dovrò fare, quante ore mi richiederà e dove lo dovrò fare. Sicuramente sarà un bel cambiamento nella mia vita visto che son abituato a far lo studente.. spero di adattarmi nel migliore dei modi e di trovare i giusti equilibri.
5.       La tua dimensione di atleta è ormai definita. Quali obiettivi pensi di poter raggiungere in futuro?  Innanzitutto penso di non essere un atleta particolarmente dotato fisicamente ( nelle categorie giovanili non sono mai stato tra i più forti)  ma che i buoni risultati che ho saputo ottenere derivino in gran parte da una grande forza di volontà e dallo svolgere gli allenamenti in maniera accurata e con costanza.  Detto questo penso che i margini di miglioramento teorici ci siano senza dubbio, soprattutto sulle medio-lunghe distanze, visto che è solo da poco che sto svolgendo dei lunghi fatti per  bene.  Inoltre il mio allenatore Claudio Pedri ha sempre puntato ad una mia crescita graduale, senza mai voler strafare, per questo non mi sento affatto un atleta usurato.
6.       Hai qualche sogno nel cassetto? Quest’anno ho saputo togliermi delle belle soddisfazioni. In fondo mi accontento di poco. Ad esempio un sogno che avevo fin da bambino era vincere la gara del mio paese ( la “Caminaa en tra i catagneri”) e quest’anno ci son riuscito. Poi son stato molto contento quando ho migliorato il record di Silvano Pedri sulle siepi perché lo inseguivo da tempo. (anche se proprio sulle siepi penso di avere ancora dei buoni margini ).  I prossimi obiettivi li devo ancora ben focalizzare.. forse quest’anno mi aiuterà a capire meglio le mie potenzialità.
7.       Che ruolo ha, secondo te,l’allenatore nello sviluppo di un atleta? L’allenatore ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di un atleta. Soprattutto in età giovanile gli deve saper trasmettere le giuste motivazioni e lo deve far crescere fisicamente  con il giusto equilibrio.
8.       Quale dovrebbe  essere il rapporto fra atleta ed allenatore secondo te? Innanzitutto ci deve essere sicuramente un rapporto di fiducia reciproca e di stima. E’ poi molto importante la comunicazione atleta-allenatore: l’allenatore deve poter conoscere le sensazioni di un atleta a fine allenamento e a fine gara, deve saper motivare il lavoro che predispone per l’atleta e atleta e allenatore devono condividere gli stessi obiettivi.
9.       Tu sei costretto ad allenarti sempre da solo, allenarti costantemente in un gruppo ti piacerebbe? Proprio su questo punto trovo le maggiori difficoltà. Penso infatti che un atleta che si allena sempre da solo renda un 10-20 % in meno di un atleta che si allena in gruppo. Soprattutto l’allenarsi con atleti più forti ti da gli stimoli giusti per migliorare e la fatica si sente meno perché condivisa con altri.
10.   Quale rapporto hai con i tuoi avversari? Con molti dei miei avversari di gara c’è anche un bel rapporto di amicizia. Anzi, grazie all’atletica ho conosciuto un sacco di ottime persone con le quali ho trascorso delle belle esperienze, soprattutto nelle varie trasferte fuori regione.
11.   Dalla tua Società Sportiva che cosa ti aspetti? Penso di essere stato molto fortunato a crescere in una società come il CRUS che punta molto sul settore giovanile e che sa valorizzare i propri atleti senza  pretende risultati a tutti i costi (magari con una massiccia campagna acquisti .. magari di super atleti del continente nero ..)
12.   Perché secondo Te è difficile coltivare campioni in Italia? Perché viviamo in una società dove i ragazzi son abituati ad ottenere tutto con il minimo sforzo. Quindi uno sport come l’atletica che richiede molta fatica e impegno costante attira poco.
13.   Cosa ti verrebbe da dire ad un giovane che inizia a fare sport? Che dallo sport si possono imparare un sacco di cose: si impara a conoscere i propri limiti e le proprie potenzialità, si impara a rispettare il proprio fisico e la propria salute, si impara a faticare, si impara a perdere. Poi ovviamente lo sport ti permette di fare un sacco di amicizie e di divertirti un sacco.
14.   Un suggerimento  che vorresti dare alle persone che tengono i fili della società di oggi?  Di puntare di più sullo sport perché lo sport forma non solo i campioni del domani ma anche ottime persone per una società migliore.
Ringraziamo per la sua disponibilità Diego perchè siamo sicuri  che il raccontare le esperienze dei nostri ragazzi sia utile ai giovani che iniziano a praticare il nostro sport. Ci rivedremo fra qualche giorno per la prossima "confessione".