15 DOMANDE A GIACOMO FAIT

Altro atleta di lunga militanza nel CRUS è GIACOMO FAIT che ha trovato nell’atletica la sua passione. Ecco giunta  l’ora di farsi conoscere dai nostri amici. 

        1.       Presentati: quanti  anni hai, che studi fai, da quanto fai atletica ed in che specialità? 
Ho 20 anni e sono iscritto al secondo anno della laurea triennale in archeologia all’università di Padova. Ho incominciato a fare atletica circa 6 anni fa, in prima superiore quando la mia professoressa di educazione fisica mi ha portato alla palestra delle ITI e mi ha fatto conoscere il mio allenatore Gigi.
2.       Per quale ragione hai  iniziato a praticare l’atletica leggera?
Alle medie avevo partecipato al palio comprensoriale delle scuole e mi ero classificato secondo in seconda e primo in terza nel lungo. Devo confessare che per un po’ di tempo ho rischiato di finire al Quercia x l’insistenza della mia professoressa di allora, ma la mia pigrizia mi ha salvato. L’anno dopo però sono dovuto capitolare e sono finito al CRUS 
3.       In questo momento quanto tempo dedichi alla tua attività sportiva?
Cerco di allenarmi il più regolarmente possibile. Attualmente faccio 5 allenamenti a settimana, sia a Padova che a Rovereto
4.       Nella tua pur breve carriera sportiva hai avuto più soddisfazioni  o più delusioni?
Per essere sincero pensavo di poter fare qualcosa in più, soprattutto nell’ultimo paio d’anni, ma è anche vero che non son riuscito ad allenarmi come avrei voluto tra Maturità, esami dell’università e cose varie. Comunque non ci sono solo i risultati e mi sono anche divertito tanto
5.       Queste esperienze sportive sono da considerare costruttive e utili per il tuo futuro?
Tutte le esperienze sono costruttive, tutte concorrono a definire quello che siamo. Lo sport e in particolare l’atletica insegnano tanto e per questo io gli devo molto
6.       Allenarti  lo definisci un sacrificio, un piacere, un modo di vivere che ti prende e ti da oppure……?
Sicuramente allenarsi è un sacrificio perchè nelle ore che passi ad allenarti non puoi fare qualcos’altro che magari sarebbe più divertente, ma è anche un piacere perchè quando ci si sente in forma ci si sente meglio e poi non è che ad allenamento ci si allena e basta, si incontrano delle persone, si ride, si scherza…
7.       Tu sai che ogni atleta ha, o dovrebbe, avere l’allenatore personale. Preferisci lavorare da solo con il tuo allenatore oppure con un gruppo di compagni?
Io ho provato di tutto: a Padova mi alleno da solo, a Rovereto sia solo con il mio allenatore che in gruppo. Penso che la situazione migliore sia in un piccolo gruppo, non troppo numeroso che altrimenti finisce in gazzara e possibilmente con elementi  motivati che magari non perdano ogni volta 20 minuti nello spogliatoio, senza fare nomi
8.       Sai bene che il percorso per arrivare ad essere atleta completo è lungo ed impegnativo. Pensi di cercare di percorrere tanta  strada, anche con qualche interruzione, oppure ti poni già dei limiti?
Non posso dire cosa sceglierò di fare in futuro. In passato ho pensato anche di smettere perchè mi sembrava che spesso i risultati non giustificassero gli sforzi, non ero poi sicuro che gli allenamenti si potessero conciliare con gli studi a Padova. Adesso penso di aver trovato un equilibrio e per ora continuo. Se poi mi stufo si vedrà
9.       In  genere come reagisci alle difficoltà?
Cerco di affrontarle al meglio. Prima rifletto e poi agisco
10.   La  tua società sportiva lavora affinché voi giovani possiate svolgere la vostra attività. Pensi che sia un lavoro facile e comunque ti soddisfa?
Penso che lavorare con i giovani sia più complicato che lavorare con chiunque altro. Spesso sono abbagliati dal mito del successo facile, vedono spesso per esempio in televisione che non servono particolari doti per avanzare. Se non hanno tutto e subito si abbattono facilmente e in questa condizione non è facile convincere un ragazzo a dare sempre il massimo. Il CRUS ha fatto sempre del lavoro coi i giovani la sua caratteristica fondamentale e spero che continui a insegnare i valori positivi dello sport alle nuove generazioni
11.   Oltre all’atletica avrai di sicuro qualche altro interesse. Ci puoi dire le cose che ti appassionano o vorresti realizzare?
Innanzitutto l’archeologia che ho scelto come mia futura professione. Poi adoro la montagna dove vado con lo snowboard in inverno e per sentieri e ferrate in estate. Adoro lo sport in generale e leggere anche se ultimamente ho poco tempo
12.   Quale rapporto hai con i tuoi compagni di squadra e con gli avversari?
Ho un buon rapporto sia con i miei compagni che con i miei avversari. Non ho mai avuto problemi con nessuno. In gara siamo tutti contro tutti ma finita la competizione scambio volentieri due chiacchere con tutti
13.   I genitori ti hanno facilitato nella pratica sportiva?
Direi che sono stati fondamentali. Soprattutto per gli scarrozzamenti, ci sono stati periodi in cui cinque giorni a settimana mi portavano e mi venivano a prendere allo stadio e alle ITI
14.   Che idea ti sei fatta dell’atletica Italiana e regionale?
L’atletica italiana fatica a trovare atleti di spessore, per 10 anni sono sempre gli stessi volti che si vedono in tv alle gare importanti. Si campa con pochi campioni ma dietro c’è poco. Il problema e che pochi giovani sono attratti dall’atletica e di questi la maggior parte lascia dopo pochi anni se non arrivano i risultati anche perchè se in Italia non se non sei il primo non sei nessuno. Praticamente se non trovi un corpo militare che ti pigli a vent’anni hai chiuso, almeno se intende ottenere certi risultati. L’atletica regionale è poca cosa, anche se ogni tanto sforna qualcosa di importante, vedi alcuni giovani di adesso. Per il resto le gare sono spesso deserte e mi è capitato di gareggiare una volta ai regionali allievi contro solo due atleti
15.   Un suggerimento  che vorresti dare alle persone che tengono i fili della società di oggi.
Non saprei, forse di continuare a puntare sui giovani
 
Ringraziamo per la sua disponibilità Giacomo Fait ed auguriamo a Lui una stagione con i fiocchi considerando anche le buone indicazioni delle prime gare svolte.